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Altare monumentale

Chiesa Parrocchiale di S. Agata sui due golfi - (Massa Lubrense)

Altare della Chiesa Parrocchiale di Sant'Agata (foto Giuseppe Ruggiero).

C’era una volta…

La nostra ‘favola’ inizia nel 1844, allorché un sacerdote di un piccolo paese in provincia di Napoli, Don Giovanni Battista Casola, si pone alla ricerca di un altare per la sua Chiesa Parrocchiale, sita a S. Agata sui due golfi, Comune di Massa Lubrense.

I suoi tentativi si protrassero per alcuni mesi, finché, verso la fine dello stesso anno, venne in contatto con i Padri Filippini di Napoli, che avendone uno abbandonato da anni, erano smaniosi di liberarsene.

Don Giovanni Casola, recatosi a Napoli, visionò l’altare che si presentava del tutto sporco di polvere, ragnatele, calcinacci e quant’altro lo scorrere del tempo aveva potuto depositare su di esso.

Altare della Chiesa Parrocchiale di Sant'Agata (foto Giuseppe Ruggiero).

Quest’immagine, certamente non attraente, fu alquanto deludente per il Parroco. Tuttavia Don Giovanni, considerato che era l’unico frutto delle sue lunghe ricerche, nonché dubbioso sull’esito di ulteriori indagini, fatto buon viso (nella speranza di una non cattiva sorte…), iniziò le discussioni per definirne l’acquisto.

Il contratto venne perfezionato il mese di dicembre del 1844, come attesta la seguente ricevuta in possesso, nel 1929, di suo nipote il Dott. Vincenzo Casola: "A dì 12 dicembre 1844. Dichiaro io sottoscritto Preposito della Congregazione dell’Oratorio dei Filippini d’aver ricevuto dal Rev. Don Giovanni Battista Casola, Parroco di Sant’Agata in Massalubrense, la somma di Ducati 230 per vendita fattogli di un altare di marmo disarmato, già proprietà di essa Congregazione, per la risoluzione già fatta dai Padri della medesima. – P. Benedetto della Valle Preposito - ".

L’altare fu quindi portato a S. Agata ove iniziarono i lavori di armamento e quelli di asportazione delle incrostazioni e della sporcizia, formatesi nel corso degli anni d’incuria.

Altare della Chiesa Parrocchiale di Sant'Agata (particolare). Altare della Chiesa Parrocchiale di Sant'Agata (particolare). Altare della Chiesa Parrocchiale di Sant'Agata (particolare).

Immenso, incredibile, fu lo stupore del Parroco, degli operai e degli astanti tutti, di fronte alla meraviglia che apparve davanti ai loro occhi, al termine della ripulitura: un gioiello della più pura espressione dell’Arte Fiorentina del XVI secolo e dall’elevatissimo pregio, sia per profusione di madrepèrle, sia per la purezza e la perfezione del disegno (in cui si possono ammirare degli ‘ornati’ con ‘volute’ e ‘fiori’ tipici del più bel Rinascimento), sia perché letteralmente tempestato di pietre preziose.

La cronaca di questa incredibile scoperta si diffuse, in un baleno, per tutta la provincia di Napoli, giungendo, naturalmente, anche alle orecchie dei Padri Filippini, i quali, accortisi dell’errore commesso, citarono in giudizio il Parroco Casola, chiedendo la restituzione dell’altare oppure il pagamento del suo reale valore, stimato, dai Periti del Tribunale dell’epoca, ben 30.000 Ducati (a fronte dei 230 pagati).

Purtroppo, per loro, persero la causa e questa ‘Perla’ resta per sempre a brillare a maggiore gloria di Sant'Agata, Patrona dell'omonimo paese.


Vincenzo Schisano


P.S.: C’è chi sostiene che in tutto ciò vi sia stata la ‘mano’ della Santa, poiché nell’altare, oltre a corniole, madreperle e lapislazzuli, sono inserite numerose e preziose… Agate!

 

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