- Strumenti del folklore partenopeo -
La Caccavella o Putipù
di

no
dei più originali strumenti creati dall’inventiva
folkloristica, meridionale in generale e napoletana in modo particolare, è la "Caccavella",
che per onomatopèa, assume nei popolani il nome di "Putipù".
Questo strumento, è considerato un tamburo a frizione e
viene detto anche "Pernacchiatore", "Puti-puti", "Pignato", "Cute-cute", "Cupellone", "Pan-bomba"(
d’origini spagnole), e "Cupa-cupa"( specie in Puglia).
La "Caccavella" (o "Putipù") è costituita
da:
- una cassa acustica;
- una membrana di pelle o di tela grossa;
- una canna di bambù.
La cassa acustica, ornata sul bordo con nastrini colorati, poteva
essere:
- un tegame di terraglia, come nella "caccavella" e
nel "pan-bomba" (la terraglia è una creta
di superiore qualità che viene usata nel meridione d’Italia
per la costruzione di vasi, piatti e pentole);
- un mastello di legno (piccolo nel "putipù",
di maggiori dimensioni nel "cupellone");
- un cilindro di latta (spesso tratto dai grossi barattoli
di pomodoro).
In mancanza di pelli animali, la membrana
di pelle (che era generalmente
di pecora, capra o coniglio, più raramente d’asino o
di ruminanti quali il vitello) veniva sostituita con una di tela
grossa.
L’estremità inferiore della canna di bambù (alla
cui sommità veniva legato un fiocco o altro abbellimento)
veniva inserita in un foro praticato al centro della membrana; si
legavano strettamente le due cose e si fissava il tutto sul bordo
superiore della cassa acustica.
Sfregando la canna di bambù dall’alto in basso (con
la mano inumidita, una pezzuola bagnata o una spugnetta intrisa d’acqua
e poi leggermente strizzata), si inducono vibrazioni nella pelle
che, amplificate dall’aria contenuta nella cassa armonica (tegame,
mastello di legno o cilindro di latta), producono il caratteristico,
umoristico, a volte inquietante, suono.
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