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Breve storia Geologica della Penisola Sorrentina - (I)

di Salvatore Palomba

 

La Penisola Sorrentina è stata oggetto di approfonditi studi naturalistici fin dagli inizi del 1800 con numerosi esperti che si sono interessati in maniera esclusiva delle caratteristiche geologiche dell'area. Gli studi geologici sono continuati per tutto il XX secolo e si sono evoluti in relazione alle più moderne teorie sui movimenti della crosta terrestre.

Un contributo significativo ed un impulso importante alle conoscenza della geologia della Penisola di Sorrento sono stati forniti dai ricercatori dell'Università di Napoli che, a partire dagli anni ’60, si sono posti all'avanguardia nello studio e nella comprensione dei fenomeni che hanno portato alla formazione dell'Appennino meridionale.

Attualmente la Penisola Sorrentina è compresa nell'Unità stratigrafico strutturale Monti Picentini – Monti Lattari e nell'area di interesse affiora la parte stratigraficamente più alta della successione che nel suo complesso è caratterizzata da una serie continua di natura calcareo dolomitica con un’età che va dal 'Trias Superiore' al 'Cretacico Superiore' (da circa 195 milioni di anni fa a circa 65 milioni di anni fa).

Come detto, la storia geologica della Penisola Sorrentina inizia circa 200 milioni di anni fa quando, alla fine di 'Trias', l'enorme continente denominato 'Pangea' incomincia a suddividersi in due grosse masse continentali: 'Laurasia' (America settentrionale + Eurasia nell'emisfero boreale) e 'Gondwana' (America meridionale + Africa) nell'emisfero australe, separate da un oceano in espansione denominato 'Tetide'.

La formazione dei continenti (animazione grafica)

In quest’oceano, genericamente allungato da Est verso Ovest con l'asse posto all'incirca in corrispondenza dell'equatore e che continua ad allargarsi, s’individua nel corso del 'Giurassico' (da 195 a 140 milioni di anni fa) un tipico paesaggio sottomarino costituito da grandi bassifondi (denominati "piattaforme carbonatiche", simili alle attuali barriere coralline), in cui è continua l'azione di deposizione di materiale calcareo da parte di organismi costruttori, alternati a profondi bacini oceanici.

Da queste enormi scogliere coralline e dai sedimenti deposti nei bacini che le separavano, hanno preso origine le catene montuose italiane.

In particolare nell'Appennino Campano-Lucano sono state riconosciute almeno tre Piattaforme carbonatiche (recenti studi ipotizzano che le piattaforme da cui ha preso origine 'Appennino meridionale siano molte di più, ipotizzandone almeno sette separate da altrettanti bacini) ed i sedimenti affioranti in Penisola Sorrentina (Monti Lattari) sono unanimemente e comunque ascritti alla Piattaforma più esterna (occidentale) che in letteratura è normalmente denominata "Campano–Lucana".

In questo particolare ambiente marino, la sedimentazione organica continua per tutto il 'Cretacico' (da 140 a 65 milioni di anni fa), accumulando una massa enorme di sedimenti, che attualmente formano una serie calcareo-dolomitica continua, con potenza di almeno 4.000 metri.

Tuttavia, già a partire dal Giurassico Superiore e successivamente nel Cretacico, l'oceano che si era finora espanso inverte il suo movimento. I margini dei due continenti incominciano ad avvicinarsi e questo fenomeno ha come conseguenza diretta la compressione dei sedimenti che si trovavano sul fondo del grande bacino marino, il loro corrugamento e in qualche caso 'emersione; è iniziata la fase tettonica che porterà alla formazione della catena appenninica e di quella alpina.

Tale fenomeno all'inizio non interessa la nostra Piattaforma carbonatica, in cui, come abbiamo già detto, la sedimentazione continua in un ambiente marino ancora immutato.

Solo alla fine del 'Cretacico' la Piattaforma Campano-Lucana verrà interessata dai movimenti tettonici e, sotto l'enorme spinta, essa emergerà nella sua quasi totalità, migrando verso il centro del bacino e sovrapponendosi ai sedimenti di mare più profondo.

A testimonianza di tale fenomeno, i termini più recenti della successione calcareo-dolomitica in affioramento in Penisola Sorrentina hanno un’età proprio del 'Cretacico superiore'.

Da questo momento in poi, per circa 30 milioni di anni, questi sedimenti resteranno al di fuori del dominio marino, i fenomeni prevalenti saranno di tipo erosivo mentre continuerà il movimento di tipo compressivo che porterà all'accavallamento ed al sovrapporsi di tutti i sedimenti deposti nell'antico oceano.

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