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- Storia -

Alberi, il Cielo di Meta


Veduta da Alberi (Fraz. Meta)

Alberi, piccola e laboriosa frazione di Meta (373 abitanti), situata nella sella tra il monte Sant’Angelo e il piano dei Camaldoli, dista dal centro cittadino 12 minuti appena di macchina, se s’imbocca via Petraro, tutta il salita per raggiungere quota 295 metri.

La salita attraverso un percorso ripido e pericoloso, la prossimità a valichi e passi montani, e la solitudine di queste alture circondate da ulivi, viti e castagni preludono ad un insediamento monastico. Infatti non molto distante dal borgo, ma più in alto, si intravede l’eremo dei Padri Bianchi Camaldolesi di Monte Corona (1604). “Separato dal mondo – dirà più tardi Francesco Alvino – senza comodi, privo dei maggiori piaceri, l’innocente trovava solo quel rifugio, e solo qui vivea giorni beati di pace con Dio.”

Prima che i Padri Bianchi Camaldolesi prendessero possesso di Astapiana, sul luogo vi erano stati già altri insediamenti monastici, di cui è rimasta testimonianza una cappella dedicata a S. Maria in Jerusalem, risalente probabilmente all’età angioino-aragonese. Non mancano resti di un insediamento romano. Per due secoli l’eremo camaldolese, nonostante la separatezza dal mondo, ha rappresentato un punto di rilevante presenza spirituale sul circondario, finché nel 1807 non finirà sotto il dominio napoleonico e soppresso. Ospite di prestigio dell’ex eremo, nel 1815, è stato Gioacchino Murat che si rifugiò, in precipitosa fuga dopo la sconfitta militare.

Il borgo alberese, immerso in una incomparabile bellezza e ricolmo di un'aura di santità respirata per due secoli, ha realizzato a distanza di un secolo e mezzo una propria casa di spiritualità e posto a modello di vita per i suoi futuri ospiti, desiderosi di guadagnarsi l'incontro con Dio: Armida Barelli. Una presenza spirituale, quella di Ida, attiva, discreta, per niente rumorosa o da prima pagina, alimentata da una fede che ha lasciato tracce profonde. Ella il 3 maggio 1943 ha scritto: “Ci siamo fidate illimitatamente di Lui... Quel Cuore divino ha riparato tutte le deficienze, colmato tutte le lacune, corretto tutti gli errori, valorizzato gli sforzi sinceri. Ci ottenne consensi, ci sostenne nelle prove, sorrise a tutte le audacie, acconsentì a tutte le richieste. La breve giaculatoria: Sacro Cuore, ci fidiamo di te! Ci è stata di sostegno nell'ora della gioia per non prevaricare, nell'ora del dolore per portare la croce, nell'ora della necessità per avere quanto occorreva, nell'ora della tentazione per vincerla, nella vita terrena per la vita eterna.”



Meta tra mare e cielo

Brano tratto dalla recentissima pubblicazione di Antonio Caccaviello:

“Meta tra mare e cielo”

(Serv. Bibliotecario Sorrentino - www.metaonweb.it)