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Giambattista De Curtis

di
 

Giambattista De CurtisNel fascicolo di Piedigrotta 1916, Edizioni La Canzonetta (presentazione dei Poeti e dei musicisti inseriti nella raccolta), così vi era scritto :

"Giambattista De Curtis ha forse bisogno di presentazione? Quale eco dolcissima di soavi e nostalgici ricordi non risveglia nelle nostre anime il nome di questo compositore cosi' aristocraticamente perfetto? Poeta e musicista d' una genialità incomparabile G. B. De Curtis ha oramai incontrastabilmente conquistata la sua celebrità. Si dice 'la canzone di De Curtis' e ciò basta perché si attenda sempre di sentire un gioiello d' arte e di finezza. Il nome di De Curtis pronunziato da un artista, in una audizione, impone rispetto, ristabilisce, per incanto, la calma, anche tra il pubblico più turbolento, che è sicuro di ammirare un capolavoro! E nel campo della canzone, quanti ne ha creati G. B. De Curtis di capolavori! " .

Parole che non avrebbero bisogno di ulteriori commenti. Tuttavia, alcuni cenni sulla sua vita e sulle sue opere, mi sembrano utili e opportuni.

G. B. De Curtis, che Salvatore di Giacomo chiamava il "Franz Hals" della poesia napoletana (richiamandosi alla figura del 'Maestro Cantore' Wagneriano) e altri definivano il "Salvator Rosa" del XX secolo, nacque a Napoli il 20 luglio 1860. Il padre, Giuseppe, era un pittore-decoratore; la madre, Elisabetta Minnon, era nipote del famoso compositore Saverio Mercadante.

G. B. De Curtis era dotato di un naturale talento artistico, non accompagnato, però, dalla costanza nell'impegno, per cui non terminò gli studi tecnici, pittorici e musicali intrapresi, rimanendo, praticamente, un autodidatta.

Fu la sua bravura nel dipingere motivi naturalistici che gli diede adito di conoscere il Comm. Tramontano, proprietario dell'omonimo albergo, che lo invitò a Sorrento per fargli effettuare alcuni lavori. La sua simpatia e le sue capacità, non solo pittoriche ma anche poetiche e musicali, fecero diventare il Tramontano il suo protettore, tanto che il De Curtis era suo ospite nell'hotel per almeno sei mesi all'anno.

Per questi motivi, era presente a Sorrento all'epoca della visita del Ministro Zanardelli, con tutto ciò che poi ne segui'.

Le sue lunghe permanenze sorrentine, l'amore che portava verso questo lembo di terra e i soggetti delle sue creazioni poetiche e musicali, fecero si' che venisse considerato a tutti gli effetti, dagli abitanti e non, un 'sorrentino'.

A Sorrento, infatti, De Curtis creò le sue più belle composizioni, ispirato dalle bellezze naturali e dai personaggi locali, che furono amate e interpretate da Enrico Caruso, Titta Ruffo, Beniamino Gigli, Tito Schipa, Giuseppe Di Stefano, Aureliano Pèrtile, Ferruccio Tagliavini, Giovanni Martinelli, Mario Lanza, Giuseppe Danise, Riccardo Stracciari e, fra i moderni, Luciano Pavarotti, Placido Domingo, José Carreras e Andrea Bocelli.

Tra le più conosciute: Carmela (Duorme Carmè) - Torna a Surriento – Ninuccia – Amalia - 'A Surrentina - 'A Picciotta - Pusilleco e Surriento - Surriento bello - Marenaro 'e Surriento - Sto penzanno a Maria - 'E giesummine 'e Spagna - 'A muntagnola - I' m'arricordo 'e te (Lucia, Luci') - 'A primma vota – Mmaculati'.

Bello, giovane e gaudente, aveva come amico fraterno e compagno d'arte e d'avventura, il benestante poeta Giuseppe Pagliara, che tradusse in versi metrici italiani gran parte dei suoi testi lirici.

Ritornò a Napoli, nella sua casa al Vomero (un piano-terra in via Luca Giordano) , nel 1916. Ivi mori' il 15 gennaio 1926 (fonte: Ettore De Mura - Enciclopedia della Canzone Napoletana - Ed. Il Torchio - Napoli).

Un suo busto in bronzo, opera dello scultore Antonio Mauro, è stato posto dall'amministrazione comunale di Sorrento nella piazzetta antistante la stazione della Circumvesuviana; alla sua base è posta una lapide con alcuni versi di 'Torna a Surriento'.

 

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